All'amore non si comanda.
Questo è un detto molto popolare che ha un fondo di verità, ma cosa accade quando l'amore è un amore tossico? E perché ci innamoriamo di qualcosa che ci fa male?
Forse Patrick McGrath ha cercato di dare risposte a un quesito che ormai va avanti da millenni, o forse ha solo voluto raccontare una storia. Quello che è certo è che un testo di questo tipo riesce a sconvolgere il lettore, portandolo a immedesimarsi nei protagonisti e a domandarsi se la follia e l'amore non siano facce che fanno parte della stessa medaglia.
Quando ci innamoriamo scatta qualcosa che non riusciamo a comprendere. Il nostro intero mondo si stravolge, la vita quotidiana che prima appariva monotona ci appare adesso come qualcosa di meraviglioso, iniziamo a vedere cose che prima neanche sapevamo esistessero, iniziamo a dare importanza anche al più piccolo dettaglio. Faremmo di tutto per la persona che amiamo. Anche farci male.
E il bello dell'amore è proprio questo, ci fa sentire invincibili, pronti a tutto.
Ma cosa accade se la relazione che stiamo per intraprendere è destinata a essere una relazione tossica?
Le relazioni tossiche sono tossiche perché recano dolore, sofferenza. In una relazione tossica non esiste possibilità di crescita di sviluppo, né personale né della coppia. Nonostante questo scenario così tetro restiamo ancorati in quella relazione, non riusciamo a svincolarci, a "metterci in salvo", letteralmente.
Il problema principale delle relazioni tossiche è che all'inizio non sembrano affatto tossiche. Tutto va per il verso giusto, c'è rispetto reciproco, complicità, stima, divertimento. Poi, poi accade qualcosa. Qualcosa che sembra rompere questo equilibrio, ma che in realtà altro non è che il vero aspetto della relazione.
Le cose iniziano a mettersi male. Non si sta più così bene come all'inizio, però è vero anche che non si sta così tanto male da abbandonare la presa. Entra in gioco un meccanismo crudele della mente: se prima era tutto meraviglioso perché adesso non può essere altrettanto? Cosa è cambiato?
Cerchiamo quindi il colpevole, che può essere la mancanza di tempo, il lavoro, disagi tra familiari. Tutto viene preso in considerazione pur di perdonare il partner per le sue mancanze e la speranza, neanche tanto inconsapevole, è che tutto prima o poi si aggiusti, che torni come all'inizio.
Ma sono vane speranze. Lo sappiamo, lo abbiamo capito, ma non riusciamo a farcene una ragione. Se prima stavamo bene, perché non tornare a essere esattamente come prima? Perché sembra così difficile riavere indietro quel rapporto meraviglioso che appariva così spontaneo?
FOLLIA di Patrick McGrath è l'esempio eclatante di come possiamo trasformarci, di come anche le nostre convinzioni e certezze possano improvvisamente crollare e noi diventare qualcosa che mai avremmo immaginato di poter essere.
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Noi esseri umani non siamo vasi di porcellana, siamo fatti per cadere, magari romperci, ma abbiamo tutte le potenzialità per rialzarci e rimettere insieme i pezzi: è questa la nostra natura. Il nostro cervello, infatti, è costituito da un'intricata rete di fili elettrici fatta di miliardi di connessioni neurali, un'immensa ragnatela che si modifica costantemente permettendoci un continuo adattamento: si chiama plasticità cerebrale. Siamo costruiti, insomma, per rialzare la testa anche dopo aver subito le ferite più dolorose o aver sopportato la più difficile delle esperienze: è ciò che viene definito resilienza. Siamo abituati a pensare che le grandi esperienze traumatiche che possono piegare un individuo siano gli eventi eclatanti di cui si parla sui giornali o che vediamo nelle serie tv. Invece sottovalutiamo tremendamente le piccole esperienze traumatiche, i cosiddetti traumi con la "t" minuscola, i traumi minori che, se ripetuti nel tempo, possono segnare l'esistenza di una persona creando modalità di relazione, di comportamento e modi di pensare tossici e controproducenti. Massimo Giusti, grazie alla sua chiarezza espositiva e alla sua grande esperienza terapeutica, in Piccole ferite, grandi rinascite ci insegna proprio come è possibile riconoscere questi schemi che ingabbiano la nostra vita, ma soprattutto come romperli attraverso pratiche ed esercizi quotidiani. Il libro è diviso in tre sezioni: le persone sensibili, le persone razionali, le persone egocentrate. Ognuno di noi, sebbene sia un insieme complesso e meraviglioso di egocentrismo, razionalità e sensibilità, tende a mostrare in modo più spiccato uno di questi aspetti. Infatti in ciascuna delle sezioni è presente un percorso guidato con approfondimenti teorici, esercizi pratici e storie di rinascita, perché non è mai troppo tardi per iniziare a costruire la propria strada verso il cambiamento e la felicità.
Quante volte nella vita accade di amare senza essere ricambiati. E, viceversa, quante volte si crede di amare qualcuno, ma il rapporto naufraga in pochi mesi. Relazioni narcisistiche, dipendenti, manipolative, violente. Ma il vero amore esiste o è una chimera che siamo destinati inutilmente a inseguire, districandoci nella tossicità di legami disfunzionali e disturbanti? Dubbi, frustrazioni, false aspettative si affollano nella nostra mente. Le esperienze passate, poi, possono essere talmente ingombranti da impedirci di vivere in modo positivo il presente. Con il risultato che il fallimento è spesso dietro l’angolo. Michele Mezzanotte, psicoterapeuta e divulgatore, attraverso l’indagine dei miti greci, esercizi di psicologia immaginale e un originale test autovalutativo, ci farà scoprire in quale relazione archetipica ci troviamo per comprendere meglio il funzionamento della nostra psiche e dell’inconscio, ma soprattutto ci darà gli strumenti necessari per uscire dal labirinto di negatività che innesca malessere e delusione. Un cammino promettente, in cui ritroverai fiducia nell’amore. Perché il vero amore esiste, basta riconoscerlo, alimentarlo e costruirlo.
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