Buongiorno a tutti, cari Lettori del Blog! Proprio quest'oggi ho terminato di leggere l'ultima poesia di questa raccolta: Non ti meriti niente di Mithraglia.
È una poesia che rasenta l'indecenza, ma è proprio questo che mi ha colpita. Con la stessa forza dei "poeti maledetti" e con lo stesso spirito del modernismo di Thomas S. Eliot, Mithraglia tesse con maestria la crisi della cultura occidentale, l'alienazione dell'artista in un mondo troppo scientifico e superficiale, un forte rifiuto del passato e la rottura con la tradizione.
È una poesia che apparentemente non ha senso; poi mano a mano che leggi e scorri le strofe allora qualcosa inizia ad affiorare, fino all'ultima strofa: quella illuminante. Una poesia che scuote gli animi, li risveglia dal torpore in cui sono caduti, per mostrare loro la nefandezza di questo mondo, di questa società priva di valori, di ideali, dove si sono perdute le moralità e il senso di giustizia. Parole scritte lì, su quel pezzo di carta bianco, che diventa la vita, quella di tutti i giorni, con la monotonia della noia e dell'inquietudine di una diffidenza verso l'umanità realmente incredibili. Una vita per la quale lottare non ha significato, e allora meglio darsi allo sconforto, all'alcol, alla bruttezza di se stessi, fino a diventare polvere, di un teatro perduto, senza né maschere né volti. Si legge la devastazione dell'animo, la voglia di emergere, di cercare di non venir trascinanti dalla massa. Una voglia pazzesca di cambiare, di essere diversi. Ma irrimediabilmente tutto si riversa nell'impotenza, forse voluta, forse cercata.
Alcune mi sono piaciute molto, altre un po' meno, ma questa è la poesia che ho apprezzato di più:
"A volte"
Alcune volte ti vorrei amare
altre ti prenderei a schiaffi
in alcuni momenti odio come ragioni
perché non ragioni
a volte ho la sensazione
di continuare a perdere tempo
mentre altre volte
mi sembra di ferirti
A volte vorrei non esserci
A volte vorrei spiarti
A volte vorrei solamente parlarti
A volte cerco di sostituirti
con un’altra che mi piace
anche più di te
A volte penso che dipenda
da te, altre volte da me
A volte penso che resterai
ingenua
un po’ come tutti quelli che ti circondano
e di cui vuoi circondarti
Dici che vorresti vivere meglio
io ti dico “vai”
Dici che gli altri non si fanno i problemi
che mi faccio io
e ti dico “vai dagli altri”
A volte mi fai venir voglia di comprare
un mitra sottobanco
prenderlo per le mani
posizionarlo sul sedile posteriore
della macchina
uscire in qualche pub di quelli che frequenti
mettermi alla mano
e sparare all’impazzata
A volte spero tu sia li in mezzo
A volte spero tu non ci sia
Sparare… sperare.. che differenza fa?
A volte,
troppe volte,
mi comporto
come uno stupido
perché la maggior parte delle volte
ti voglio bene.
È con questa poesia, e molte altre, che affiora l'amore. Un amore incondizionato, violento ma dolce. L'amore per se stessi, prima di tutto, e l'amore verso gli altri. Un amore corrotto, in cerca di un amore onesto.
Sembra un'estenuante ricerca di qualcosa o qualcuno che possa aiutarci a cambiare. Un bagliore, un raggio di luce, una nuova vita, semplicemente diversa da quella che abbiamo.
Tutta la raccolta è incentrata su argomenti diversi, ma tutti alla fine portano sempre allo stesso e identico tema: Non ti meriti niente.
Come me che leggo, come chi scrive e chi leggerà ancora, e anche come chi non lo farà affatto. Nessuno di noi si merita niente. Ed è vero.
Forse bisogna riflettere su questi temi molto più di quanto pensiamo sia giusto farlo. Forse è proprio grazie a temi come questi che comprendiamo come siamo realmente, nel nostro animo, dove nemmeno noi stessi riusciamo a vedere.
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