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I vaccini e i Lego



Come non fotografare questo manifesto affisso a Palazzo Pretorio di Pontedera? Proprio io, che i Lego in qualche modo li ho sempre odiati, ho quasi finito per sbatterci il naso.

Perché, poi, questa passione per i Lego che accomuna un po' tutti, deve quasi obbligatoriamente essere simbolo dell'infanzia? Con i Lego non ci ho mai giocato e credo che mai riuscirò a farlo. Eppure amo moltissimo altri giocatoli che possono definirsi simili, come i puzzle, ma i Lego mi sono sempre rimasti indigesti. Soprattutto per le forme che sono state date alle persone: burattini quasi completamente quadrati che come unico movimento hanno la facoltà di sollevare e abbassare le braccia, neanche fossero a fare a un saluto di qualche tipo.


Ma è stato proprio mentre fissavo quei mattoncini, posti uno sopra l'altro, che mi è apparsa la visione della nostra società.


Siamo come mattoncini, mi sono detta. Se crolla uno, rischia di venir giù tutto.

Cosa accadrebbe se alcuni mattoncini si rifiutassero di collaborare? Se all'improvviso impazzissero e invece di mettersi uno sopra l'altro a formare qualcosa, iniziassero a correre, ad ammucchiarsi, a sparpagliarsi?


Non so, ma questa riflessione mi ha fatto venire in mente la situazione odierna e il tanto temuto Covid con i tanti temuti vaccini.


Vax o no-vax. Questo è il dilemma.

C'è qualcuno se si sta chiedendo se abbia fatto il vaccino? Sì, ho fatto la prima dose e ho fatto anche la seconda. Se farò la terza? Ancora non ne ho idea, ma ho abbastanza tempo per riflettere e vedere come si evolverà la situazione.

Sono sempre stata favorevole ai vaccini, ma ancor prima di essere favorevole ai vaccini lo sono stata per il buon senso. Con questo non giudico chi non intende vaccinarsi, il mio non è un post polemico in quel senso.


Semplicemente per buon senso intendo quella caratteristica caratteriale che ti permette di pensare prima di agire, cosa che ultimamente accade fin troppo raramente.


È raro infatti ritrovarsi civilmente a discutere, ragionare, confrontarsi fra di noi.


Molto meno rara è invece la velocità con la quale viaggiano notizie fasulle, disoneste, che non hanno fondamenta e che nel complesso non le hanno mai avute. Ma perché ciò accade? I social permettono a chiunque di esprimere la propria opinione, ma non solo. Permettono a chi ne abbia voglia di diffondere anche falsità.

Un esempio?

Io stessa potrei avvalermi di molte delle teorie no-vax con le quali dar vita a una notizia clamorosa, uno scoop, un: "no, ma sentite questa!", ovviamente però del tutto fasulla.

E come?

Potrei iniziare a incutere timore nelle persone che rifiutano il vaccino facendo credere loro che devono assolutamente rinchiudersi in casa, perché nel caso in cui risultasse positivo uno solo di loro in famiglia, al posto delle cure riceverà il fantomatico siero genico, ignaro di tutto e lo accetterà di buon grado credendo che si tratti di una semplice flebo.

Potrei affiancare questa convinzione con tantissime prove. Monete che improvvisamente si attaccano al braccio di chi non ha fatto il vaccino, finti aghi con dentro microchip, testimonianze fasulle di finte infermiere e conoscenti.

Chi ha la facoltà di sapere se davvero io stia mentendo?

Soprattutto se quando inizi a spargere questa voce, decidi di farlo con le persone giuste, le più agguerrite, quelle che nel vaccino e nella società vedono il demonio? Sicuramente verrei presa sul serio, altri inizierebbero a collaborare e diffondere la falsa notizia spacciandola per vera con tanto di foto e testimonianze, ingigantendola se necessario per essere ancora più credibili.

Questo è ciò che succede. Che sta succedendo. Ogni giorno. Su migliaia di argomenti, non solo sui vaccini.


Tutti abbiamo il diritto alla parola. Ma ricordiamoci che non tutti sono in buona fede quando lo fanno.

Per questo quando ho visto i mattoncini Lego ho pensato alla società. A una società che si sgretola, per essere sinceri. Tutti i giorni sotto i nostri occhi. Ma imperterriti continuiamo a correre sparpagliandoci, gridandoci addosso, umiliandoci ancor di più.


Ci sono volte in cui fermarsi diventa indispensabile. E adesso stiamo vivendo una di quelle volte.




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