Hai presente quella sensazione nella quale vedi tutto grigio? Il mondo appare sfocato, non ha colore, non ha voce. La vita scorre, continua, e nessuno si accorge che invece tu ti sei fermato.
Due volte il mondo mi è crollato addosso. Due volte ho desiderato la fine. Due volte ho pensato che non sarei stata capace di rialzarmi. Ma entrambe le volte l’ho fatto, mi sono alzata, ho raccolto i cocci e ci ho costruito qualcosa di nuovo.
Quando non c’è niente: inventa. E quel niente diventerà qualcosa.
Ho inventato, ho costruito. E ho visto andare tutto in frantumi. Due volte. Non è facile ripartire da zero. Prendere le redini della propria vita, ricominciare da capo, decidere di lasciarsi tutto alle spalle per un futuro che ignoriamo completamente.
Ciononostante, questa volta qualcosa è cambiato. Sono cambiata io. Ho iniziato a fare una cosa che prima mi sembrava fosse scontata, ma che in realtà non lo era. Ho iniziato a prendermi cura delle mie emozioni. Ho imparato a osservarle, ad ascoltarle. Ho imparato a leggere i segnali del mio corpo. Perché le sensazioni non mentono, il nostro corpo ci avvisa quando qualcosa ci turba senza che ce ne accorgiamo.
L’ansia, il battito accelerato, l’insonnia o, al contrario, uno stato letargico, sono tutti sintomi che devono metterci in allarme.
Ho iniziato a pormi delle domande.
Chi sono?
Cosa sto facendo?
Cos’è questa cosa che sento, che spinge per uscire, ma che non riesco a comprendere?
Rispondere a queste domande quando siamo in uno stato di profonda crisi interiore non è affatto facile, ma ci costringe a fermarci a riflettere.
A volte è assolutamente necessario smettere di correre. Rallentare, fare meno. Fermarsi.
Corriamo dietro a chissà quali treni e nel frattempo perdiamo così tanto tempo a domandarci cosa ne abbiamo fatto della nostra vita che ci dimentichiamo di viverla.
Ed è stato allora che ho capito.
Ho capito che esiste un posto che si chiama altrove. È vicino a noi, ma è totalmente differente, ed è lì che inizia la vita.
Quella a colori.
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