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Mio fratello rincorre i dinosauri, di Giacomo Mazzariol.





Storia mia e di Giovanni che ha un cromosoma in più.


Hai cinque anni, due sorelle e desidereresti tanto un fratellino per fare con lui giochi da maschio. Una sera i tuoi genitori ti annunciano che lo avrai, e che sarà speciale. Tu sei felicissimo: speciale, per te, vuol dire «supereroe». Gli scegli pure il nome: Giovanni. Poi lui nasce, e a poco a poco capisci che sì, è diverso dagli altri, ma i superpoteri non li ha. Alla fine scopri la parola Down, e il tuo entusiasmo si trasforma in rifiuto, addirittura in vergogna. Dovrai attraversare l'adolescenza per accorgerti che la tua idea iniziale non era così sbagliata. Lasciarti travolgere dalla vitalità di Giovanni per concludere che forse, un supereroe, lui lo è davvero. E che in ogni caso è il tuo migliore amico.


Un romanzo di formazione dove non c'è niente di inventato, dove ogni parola rispecchia la realtà di quello che è accaduto. A partire dai fatti per finire nei sentimenti. Sì, perché non è semplice accettare qualcosa di cui non sai niente, di cui hai paura.


La società ha sempre visto la disabilità come qualcosa che grava sulla vita di altre persone. Un «peso» in altre parole.

Come quando vai al supermercato e sei di fretta e non trovi parcheggio. Gli unici vuoti sono quelli per disabili, ma non puoi mettere la macchina lì, altrimenti rischi una multa. E allora imprechi, perché i minuti passano e tu sei ancora lì a fare la ronda tra le auto in fila davanti al supermercato.


Capita così anche se sei in vacanza, perché vuoi visitare uno zoo, o un museo. E ti tocca arrivare all'alba, oppure parcheggiare a chilometri di distanza.


Per non parlare se il problema di disabilità ce lo hai in famiglia. «No, allo zoo meglio non andare» «La carrozzina sarebbe un problema» «Mio figlio, che ha la sindrome di Down, non ci lascerebbe guardare gli animali. Dovremmo stare tutto il tempo a corrergli dietro. Forse si metterà anche a spaventarli...»


Ecco perché i posti d'auto per disabili, nella maggior parte dei casi, sono vuoti. Perché nessuno ha voglia di portare un disabile con sé.

E questo è bruttissimo.


Il mondo non ha mai preso in considerazione il fatto che dalla disabilità si possa imparare qualcosa. Tanto. E meravigliosamente. Anche se ciò comporta una bella dose di coraggio e ancor più di umanità.


Ed è per ciò che servirebbero più libri come questo. Ma soprattutto serverebbe leggerli e capirli.




Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi uno stupido. - Albert Einstein


 

Da questo libro autobiografico è stato tratto anche un film diretto da Stefano Cipani e interpretato da Alessandro Gassmann e da Isabella Ragonese. Nonostante sia a tratti molto divertente, rispecchia molto il libro e i sentimenti della famiglia e consiglio la visione.



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